E’ incredibile come sembrasse che tutti attendessero una risposta da lei. Perché questo, perché quello, come fai, cosa fai, come stai.
Le persone erano brave a far domande, le dispiaceva che non fossero altrettanto brave a darsi delle risposte perché lei proprio, non aveva idea di cosa gli altri volessero sentirsi dire. Che cosa volevano da lei?
Guardava il sole tramontare e l’unica cosa che le veniva in mente era che non sapeva niente, non aveva capito niente di questa stupida vita. Aveva voglia di urlare al mare, al cielo, al mondo e all’universo…a loro che non capivano, che non lo sapeva! Non riusciva a darsi una dannata spiegazione del perché le cose andassero in un certo modo, piuttosto che in un altro.
«La verità è che non so perché sono quel che sono.»
Ma la voce uscì in un soffio che si disperse nell’aria. Come un bacio dato con le labbra su una mano e soffiato via, che si disperdeva nell’immensità del cielo e non sapevi mai se un giorno sarebbe arrivato, così la sua voce si disperse nell’aria e nell’acqua che stava sotto di lei e nel cielo e nelle nuvole e in quegli ultimi raggi di sole.
Guardava le pillole nella sua mano, se le rigirava tra le dita e poi le guardava di nuovo. Guardava l’acqua, giù, e pensava che amava quella città, o forse la odiava. Non era più neanche sicura di quello che provasse lei. O non lo era mai stata?
Il vento tra i capelli, gli occhi chiusi, inspirava quell’aria e si domandava…no, non ne aveva più la forza.
Arrivò ad una conclusione definitiva, secondo la quale alle domande, per loro natura, non apparteneva alcuna risposta precisa, o meglio, le risposte erano chissà dove sparse per il mondo e lei, dal canto suo, era stanca di cercarle.
Niente più domande: niente più “gli piacerò se…” o “se mangio questo poi…”, le sue risposte potevano essere ovunque o da nessuna parte, chi avrebbe potuto dirlo?
Era così presa da quei dubbi, da quelle incertezze, da quelle miriadi di cose che l’avevano resa così sola, da non rendersi conto che stava lasciando l’unica persona che non gli faceva domande.
Di nuovo il suo sguardo si posò su quelle pillole: bianche, tonde…perfette.
E se le risposte che abbiamo cercato dentro ai cassetti, sotto al letto, nell’armadio, dietro ad un albero, talvolta nel cielo o talvolta sotto terra…in realtà si trovassero semplicemente in una persona?
E così le tornò in mente il volto di lui e i suoi occhi.
Avrebbe voluto domandarsi se l’amore fosse quello, se chi ama è colui che da le risposte che hai sempre cercato e se…ma odiava le domande, aveva deciso di non voler avere più niente a che fare con loro.
Eppure continuava a pensare al suo viso e a pensare ai momenti che avevano passato insieme: al momento in cui pensava di amarlo, a quando l’aveva baciato, a quando gli aveva stretto la mano per la prima volta, al momento in cui se n’era andata…e senza più porsi delle domande ecco che appaiono, come per magia, migliaia di risposte. Dovevi solo scegliere q...
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